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Cosa dice Elena

Proverò a descrivere quello che è stata l’esperienza di quest’anno per me.

Direi che è stato un viaggio pieno di colori diversi; ogni incontro serbava qualcosa di nuovo…

Alcuni dalle tinte vivaci, vibranti gioia, entusiasmo e spensieratezza! Altri più cupi…

Dove ho avvicinato zone d’ombra, in fondo alle quali mi aspettava comunque la luce.

Alcune tinte calde e giocose, altre riposanti e introspettive.

E quello che ho raccolto sono tante cose vere, ogni incontro lo ho sentito come un bagno di verità, in cui mi sono concessa di essere pienamente me stessa, senza preoccuparmi dello sguardo altrui, ma osservando il mio stesso sguardo su me stessa e sugli altri.

Ogni colore incontrato ha avuto il suo perché e ora vedo il dipinto, è bello, ma non è concluso,

e mai lo sarà, perché questa è una delle cose che ho imparato…

Continuerò a riscoprirmi e ad aggiungere nuove forme e sfumature alla mia professione

così come alla mia vita.

 

In questo puzzle di cose vere ho incontrato lo yoga, e ho iniziato a sentire quanto può aiutare nella sua semplicità ad armonizzare veramente corpo, mente, emozioni, spirito…

E’ qualcosa che si sente a livello fisico,interiore, su tutti i piani.

E per una come me, che spesso si lascia sopraffare o dal corpo, o dalla testa, o dal tumulto emotivo, trovare dei metodi e delle “zattere” per stabilizzarmi, vuol dire tanto.

E’ un aiuto concreto e a cui posso ricorrere ogni volta che ne sento il bisogno.

In questo puzzle di colori ho trovato luoghi, fuori da tutto, in cui mi sono sentita accolta,

a partire dal Cha; con le sue grandi finestre, le sue tende rosse, il suo spazio magico…

E poi ho incontrato persone, soprattutto persone… Compagni e compagne di viaggio, veri amici...

Occhi, mani, voci, in cui potermi rispecchiare e di cui, a mia volta, accogliere il riflesso.

E’ stato sorprendente il crescendo della forza di un gruppo nato tra persone che non si conoscevano,  e la nascita di una coesione e collaborazione profonda.

Davvero il valore della tribù l’ho sentito chiaramente…

Io, che di solito vivo in modo molto “solitario” la mia crescita personale,

ho sentito che non sono sola. Non più degli altri, non meno degli altri,

mi è sembrato di camminare assieme, per uno scopo comune.

E questo grazie a chi ci ha guidato, con fermezza e dolcezza, indicandoci il percorso

e allo stesso tempo lasciandoci libere di percorrerlo a modo nostro.

 

E poi il viaggio naturalmente mi ha suggerito idee! Idee libere e folli,

ma ho trovato anche staccionate e contenitori in cui metterle al sicuro...

Ho iniziato a dare il giusto valore a ciò che creo. O meglio a prendermene più cura.

Comprendendo che il dare fiducia alla mia creatività significa anche farle mettere radici, proteggerne i frutti, dargli una forma, un ordine… Canalizzare la pioggia in un fiume.

Questo per me non è sempre facile; mi sono sempre sentita travolta dal mio mondo interiore, finendo spesso per sentirlo come qualcosa di soffocante e aggressivo.

Invece qui ho avuto un tempo, uno spazio, e un gruppo di amici,

in cui lasciar emergere e depositare parti di questo mondo.

In pratica ho scoperto il valore di affidare le mie emozioni a questi momenti speciali,

senza forzare, stando nella verità del momento presente e di quello che andavo esplorando.

 

Ho sentito l’importanza di concedermi il silenzio, la pausa, il tempo…

Per accedere a me stessa, riavvicinarmi al centro, e distaccarmi dalla frenesia di tutti i giorni.

Accorgendomi che un po' di pace dentro è più facile da ottenere di quanto si pensi, se si vuole… Basta un po' di buona intenzione e qualche respiro.

Un po' di tempo in cui prendersi cura di sé e dell’ambiente.

Così come ho sentito l’importanza di “esserci”con presenza;

magari a volte mi sentivo stanca o stufa, ma ho ballato, cantato, suonato, giocato, condiviso…

Ho scelto di esserci pienamente e la stanchezza ogni volta ha lasciato spazio a energie nuove, sorprendendomi.

 

E poi l’incontro con le zone d’ombra…

Ho sentito quanto ancora mi giudico e pregiudico, limitandomi.

Quanto ancora cerco l’approvazione degli altri, delle tante mamme e papà che incontro nella vita,

quanto ancora ci sia in me una bambina ferita e desiderante, che grida e scalpita, a volte piange.

Ho sentito quante carezze ancora ho da darmi, quante spinte di coraggio…

Non so se ho superato queste zone d’ombra, ma so che le ho guardate, ed era uno sguardo d’amore.

Sento che conta questo e voglio continuare su questa strada.

Accogliere la mia realtà, come accolgo l’ossigeno nei polmoni, o l’altro in un abbraccio.

E la bambina ferita, la sto ascoltando sempre di più, ci provo sempre di più,

a portarla in mano, a proteggerla e mostrarle i miei passi.

E scopro che anche se ha pianto tanto, sa rigenerarsi come solo i bambini sanno fare;

sa gioire infinitamente.

Dalla ferita, se osservata con quello sguardo d’amore, può entrare la gioia più grande.

 

E questa stessa bambina mi sta ricordando l’importanza di giocare sì, di giocare tanto!

Di creare barchette di carta per poi lasciarle andare alla corrente…

Di lasciar salire i palloncini verso l’alto, di lasciar andare…

E in questa leggerezza, lasciarmi sempre la possibilità di riscoprirmi.

E poi lei sa agire d’istinto, sa ascoltare il suo corpo, la sua anima,

sa cosa desidera e cosa non desidera, e lo esprime nel momento in cui lo sente.

La bambina coesiste con una giovane adolescente, con una donna, con una vecchia saggia…

La stega convive con la fata. Il mostro con l’angelo…

E tutte queste me si sostengono, sostengono il sogno della mia azione nel mondo.

Ora non voglio più aver paura di esprimere ciò che desidero,

di affermarlo a me stessa, giorno per giorno.

E anche se sono spesso confusa, so che la mia strada è certa, e la percorrerò.

Perchè ho individuato il modo in cui desidero agire, ed è umanamente…

Con tanta umanità nel cuore, con sincerità, e in cerca della bellezza.

Credere in questo e condividerlo coi bambini è bellissimo, perché sono i primi ad insegnarcelo.

 

Pensavo che per agire in questo senso servisse fare grandi cose,

e invece bastano davvero poche, semplici, azioni, con intenzioni precise…

Varcare le porte dello spazio magico forse vuol dire anche questo.

Dar fiducia a semplici azioni di cuore,

dare la possibilità a ciascuno di accendere la propria candelina,

finché non si crea un cerchio illuminato.

 

Quando sono entrata a Cha per una seduta di respiro,

io allo Yoga bimbi non ci pensavo proprio,ma ho sentito qualcosa…

Una spinta di pace, una luce piccola e silenziosa è sbucata fuori dal cartellone della tribù

che avevo visto appeso, dal televisore delle buone notizie appoggiato fra gli altri oggetti…

Proprio come una bambina, ne sono stata attratta in modo del tutto naturale...

Ora eccomi qui a concludere il percorso.

Non so quanto lo Yoga bimbi farà parte del mio lavoro, e se lo praticherò come professione nella vita, ma una cosa è certa; la vocina che mi ha guidato a fare quast’esperienza si è accesa anche dentro di me, e tutta la bellezza che questi incontri mi hanno dato la applicherò al mio futuro, qualsiasi cosa andrò a fare. E lo farò a modo mio!

La meraviglia di questo percorso è sentire che è così per tutti, ognuno a modo proprio;

portiamo a casa i tanti doni, nati dal fatto di aver condiviso questo tempo assieme.

 

E poi sto scoprendo che davvero se ci si fida delle proprie intuizioni creative,

la fonte diventa inesauribile, e le migliori idee nascono sempre spontaneamente,

nell’attimo presente, insieme agli altri.

Il bagaglio di cose imparate si è fatto sempre più ricco, e allo stesso tempo più agile,

perché invece di lasciarle pesare, ho iniziato a farle scorrere con maggiore serenità verso l’esterno.

L’importante è sentire che sono intrecciata alla realtà esterna e a ciò che mi circonda,

che il battito è uno solo e si danza assieme.

Ecco perché per sentirmi libera di donare, prima ho bisogno di riuscire a farlo con me stessa.

Ecco perché una giornata cambia così tanto in base alle lenti attraverso cui decidiamo di vederla… Questo corso mi ha fornito molte lenti, e come dicevo tutte colorate,

ma soprattutto mi ha fatto guardare in trasparenza nel mio cuore.

 

Grazie.

 

Diamo vita alla vita!

 

Con amore.

 

Donna Nuova, Elena Finessi

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